Tutte le volte che noi Idr abbiamo parlato di giustizia sociale, dei diritti umani, rispetto della persona, rispetto dell'ambiente, emancipazione femminile, solidarietà, sussidiarietà e via dicendo, non abbiamo forse fatto Educazione Civica? In questo contesto, mi è sembrato interessante, portare a conoscenza dei nostri lettori un lodevole progetto. Il Progetto si chiama “Pane Nostro”, è un’iniziativa pensata dal Vescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, da sempre attento a ciò che riguarda il Territorio, l’aspetto sociale e culturale. Fondamentalmente l’idea era quella di aggiungere oltre al cibo e all’alimentazione degli aspetti educativi, temi da portare proprio all’interno delle Scuole Primarie e Secondarie di I Grado di Torino. Da un’idea inizialmente teorica, il Vescovo ha coinvolto l’Ufficio Scuola di Torino e la Caritas, in modo tale che insieme, si potesse sviluppare, organizzare e rendere realizzabile questa idea. Da lì a poco entra nel Progetto il Banco Alimentare del Piemonte Onlus, e tutte le Parrocchie. Possiamo dire che l’idea di fondo è stata quella di pensare ad una Scuola profondamente inserita in un Territorio. Quindi una Scuola non autosufficiente, autoreferenziale, ma una Scuola che si apre sempre di più al Territorio, una Scuola che interagisce con i soggetti del Territorio, associazioni, parrocchie, circoscrizioni, enti vari, e quindi realizza le sue finalità, mantenendo anche un dialogo col costante. Decisamente importante il supporto del Banco Alimentare del Piemonte Onlus, innanzitutto, per quanto attiene alla logistica, quindi tutta l’organizzazione in merito ai trasporti, ai materiali, ma anche per gli spunti a livello dei contenuti e dei valori che sono entrati nell’idea del progetto “Pane Nostro”. Il progetto nasce per la prima volta nel febbraio del 2019, ottenendo un discreto risultato, ma chiaramente si trattava di una prima fase di sperimentazione. Il secondo anno, proprio a marzo del 2020, ed eravamo entrati in piena pandemia, per cui è sfumato prima ancora di prendere vita. Il terzo anno, tra febbraio e marzo di quest’anno, ossia nel 2021, con la pandemia in atto, non è stato possibile dare spazio alla progettualità che si era prefissata. Il progetto non ha, dunque, la finalità solo ad aiutare, ma di far acquisire agli alunni quelle competenze che riguardano il rapporto con il cibo: scelta, consumo, spreco, qualità. Un progetto, dunque, che ha come priorità vari aspetti educativi partendo dall’idea di fondo di Condivisione. Una parola diversa, da quelle che si potevano usare come Solidarietà, Carità, Aiutare, la parola Condivisione, infatti, esprime meglio il valore che si vorrebbe trasmettere. Un’altra parola importante a cui viene data importanza è la parola “Dono”. Però, mentre Condivisione mette sullo stesso piano chi dona e chi riceve, tutti condividiamo qualcosa, e poi condividere dice proprio quel mettere insieme qualcosa di mio e di tuo, farlo diventare ‘nostro’, da più l’idea di costruire una relazionalità, una socialità. In secondo piano entrano in gioco anche altri valori, l’attenzione al cibo, che si può sviluppare da questa iniziativa, da una corretta alimentazione, lotta allo spreco, tutte cose che possono entrare, ma nell’idea della